Perché gli hacker usano Linux?
Scenario tipico: Terminale nero con caratteri verdi che velocemente scorrono sul monitor.
Ma perché dietro questo tipico scenario da film c’è sempre Linux?
La risposta a questo stereotipo che si è consolidato nel tempo è semplice: Linux offre un alto livello di controllo attraverso diversi metodi.
Linux è Open Source
A differenza di Windows o di macOS, Linux è open source, ciò significa che il codice del sistema operativo è disponibile a chiunque abbia voglia e curiosità di leggerlo. Da ciò ne consegue che chiunque ha teoricamente la possibilità di manipolarlo a proprio piacimento. Se si vuole modificare il sistema in un modo secondo il quale non era previsto dover funzionare, manipolare il codice è un requisito fondamentale.
Linux è trasparente
Per hackerare bisogna conoscere e comprendere non solo il proprio sistema operativo, ma anche quello che si intende attaccare. Linux, sotto questo punto di vista, è totalmente trasparente, nel senso che possiamo vedere e manipolare tutte le sue parti.
Con Windows non è così. Microsoft cerca di rendere quanto più difficile possibile la comprensione del funzionamento interno dei suoi sistemi operativi, quindi non sai mai veramente cosa sta succedendo “sotto il cofano”.
Linux offre un controllo granulare
Linux è granulare. Ciò significa che hai un potenziale di controllo illimitato sul tuo sistema. In Windows, è possibile controllare solo ciò che Microsoft consente di controllare. In Linux, tutto può essere controllato dal terminale, dal livello più dettagliato al livello più generale. Inoltre, Linux rende lo scripting, in un qualsiasi linguaggio di scripting, semplice ed efficace.
Quasi tutti gli strumenti di hacking sono per Linux
Oltre il 90 percento degli strumenti di hacking sono scritti principalmente per Linux. Ci sono eccezioni, naturalmente, come Cain, Abel e Wikto, ma quelle eccezioni confermano la regola. Anche quando strumenti di hacking come Metasploit o nmap vengono portati per Windows, non eriditano tutte le funzionalità che hanno in Linux, diventando di fatto strumenti monchi.
Il futuro appartiene a Linux
Questa potrebbe sembrare una dichiarazione radicale, ma credo fermamente che il futuro della tecnologia dell’informazione appartenga ai sistemi Linux e Unix. Microsoft ha avuto il suo momento di gloria dagli anni ’90 fino agli anni ’10, ma la sua crescita sta rallentando e si sta stagnando.
Da quando è cominciata l’era di Internet, Linux/Unix è stato il sistema operativo preferito dai web server grazie alla sua stabilità, affidabilità e robustezza. Ancora oggi Linux/Unix viene utilizzato sui due terzi dei web server, dominando il mercato. Inoltre, i sistemi integrati (embedded) in router, switch e altri dispositivi utilizzano quasi sempre un kernel Linux e il mondo della virtualizzazione è dominato da Linux, con VMware e Citrix costruiti sul kernel Linux.
Oltre l’80% dei dispositivi mobili esegue Unix o Linux (Android è basato su kernel Linux, ma anche iOS è basato su un kernel Unix-like, XNU), quindi se credi che il futuro dell’informatica risieda in dispositivi mobili come tablet e smartphone (sarebbe difficile pensarla diversamente), allora il futuro è Unix/Linux.